L'anno nuovo che non arriva: Recensioni

📽️ L’anno nuovo che non arriva

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Dramma

di Bogdan Mureșanu; con Adrian Văncică, Nicoleta Hâncu, Emilia Dobrin, Iulian Postelnicu

Sull’orlo della rivoluzione nella Romania del 1989, sei vite si incrociano tra proteste e lotte personali, portando alla caduta esplosiva di Ceausescu e del regime comunista.

Recensioni

Il regista Bogdan Mureșanu enfatizza questa concatenazione di eventi, frammentando la narrazione seguendo ora quel personaggio e ora quell’altro […] Per non sciupare la sorpresa mi limiterò a suggerire una certa somiglianza con un film totalmente diverso, che qualche anno fa ha saputo stupire grazie ad un’intelligente trovata di utilizzo del formato […] L’anno nuovo che non arriva riesce a narrare di una pagina drammatica nella storia di una nazione senza scadere nella paternale e anzi trovando una sua dose di ironia verso la fine.

Murețanu usa la Storia come cornice e sfondo, aumentando la tensione fino al momento fatidico per poi concludersi, quasi all’improvviso […] La deflagrazione finale viene innescata, in un momento molto idealistico, proprio dallo stanco operaio Gelu dopo la sua sfortunata avventura con la letterina del figlio […] Un esordio che segna l’arrivo di una voce importante nel panorama cinematografico contemporaneo, capace di raccontare la rivoluzione attraverso chi l’ha vissuta nei suoi momenti più ordinari e straordinari insieme.

L’esordiente Mureșanu ci precipita nell’atmosfera di paranoia che si vive sotto l’oppressione […] Ma la sua visita guidata attraverso la fine di un mondo è pervasa di ironia […] Miglior Film agli Orizzonti veneziani.

una tragicommedia che racconta della rivoluzione che il 21 dicembre 1989 ha travolto a Bucarest il regime di Ceausescu […] Si ride digrignando i denti sulle difficolta dei tapini […] Davvero, basta un niente perché la situazione esploda, anzi basterà un petardo….

L’esordio nel lungometraggio del cineasta è un ottimo film che racconta in modo corale un paese sull’orlo della rivoluzione […] Bogdan Mureşanu trova nel suo primo lungometraggio un ottimo equilibrio tra le parti superando le difficoltà della narrazione polifonica, lasciando alla Storia il compito di fare da trait d’union.

Raccontare della bestia morente, dei suoi ultimi rantoli, e di chi le è intorno (a Bucarest, quindi) e vive ancora nel terrore possa ancora arrivare qualche ultima e letale zampata […] un presente che sembra sottrarre loro ogni punto di riferimento […] attento a catturare, attraverso lo studio di sfumature e dettagli, il grottesco di quella realtà che racconta senza mai metterne in secondo piano la drammaticità, fondendo commedia e tragedia fino a farne una cosa sola.

un’opera prima selvaggia e rocambolesca, in bilico tra tragedia e commedia, furore e folclore, farsa e psichiatria […] la tenerezza verso un popolo incapace di assumersi la responsabilità del futuro, il senso di una fine imminente […] tutto in crescendo: la rivelazione è nell’esplosivo finale con il Boléro di Ravel, che dà il ritmo delle cose che cadono.

Una commedia corale e polifonica perfettamente costruita come un inarrestabile crescendo musicale […] dipinge con grande efficacia narrativa le ore di grande tensione precedenti alla morte del dittatore rumeno […] Una nuova voce, quella di Bogdan Mureșanu, che si aggiunge dunque alla già corposa schiera di cineasti che negli ultimi anni hanno reso il cinema rumeno tra i più creativi, ambiziosi e potenti del panorama internazionale.